2008/01/27

La casta?

Noto con piacere che la mia visione della politica italiana è la stessa di Marco Travaglio.
Non si parla più di "casta", ma di cosche mafiose contrapposte, che lottano per arrivare al potere e nella loro corsa tutto travolgono.

Certo, fare cadere il governo in un momento di grave difficoltà economica del nostro paese, con i mercati finanziari in caduta libera, è stato un gesto di follia, a spregio del bene comune dei cittadini, dettato solo dall'ansia di riprendersi il potere.
C'è anche da dire che il governo uscente le ha fatte tutte: dal disattendere tutte le promesse elettorali, a realizzare quell'indulto che agli occhi del resto d'Europa ci ha resi finalmente un vero paese del terzo mondo.

Una volta chi non andava a votare veniva tacciato di qualunquismo. Adesso siamo nella triste prospettiva di dover tacciare di qualunquismo chi andrà a votare alle prossime elezioni.

Sì perché pensare, solo valutare l'idea, di poter dare il proprio voto ad una cosca mafiosa, è sintomo di qualunquismo ed ignoranza!
Chi, al giorno d'oggi, può ancora sinceramente credere che una delle due cosche mafiose farà gli interessi del cittadino? Li abbiamo visti lottare per fare uscire di galera i propri amici e parenti, li abbiamo visti portare pregiudicati in parlamento, cosa vogliamo vedere ancora? Cosa potrà bastare per convincerci?

"Ma se non votiamo questo, andrà al potere l'altro!"
Certo, ma se, diciamo, un 30% degli italiani non dovesse andare alle urne, forse qualcuno si organizzerebbe per raccogliere questi voti, che al momento attuale sono un numero da partito di maggioranza, e forse, ma dico forse, potrebbe crearsi un'organizzazione politica slegata da logiche mafiose...

Certo, è più facile fare come si è sempre fatto, staccare la spina al cervello: pensare fa consumare energia!
Considerato che una certa fetta degli italiani non arriva a fine mese con lo stipendio, forse è meglio non pensare, così si risparmia energia e non si è costretti a mangiare...

Nessun commento: