2007/11/16

Oh, scusa, inavvertitamente ti ho fatto causa!

A qualcuno può capitare inavvertitamente di scorreggiare.
Al CEO della Warner Music è capitato inavvertitamente di fare causa ai suoi potenziali clienti.

Nell'articolo si racconta che Edgar Bronfman abbia espresso questo bel pensierino durante un congresso:

We used to fool ourselves. We used to think our content was perfect just exactly as it was. We expected our business would remain blissfully unaffected even as the world of interactivity, constant connection and file sharing was exploding. And of course we were wrong. How were we wrong? By standing still or moving at a glacial pace, we inadvertently went to war with consumers by denying them what they wanted and could otherwise find and as a result of course, consumers won.

In soldoni: siamo stati così addormentati da pensare che il nostro business non sarebbe cambiato in un mondo di interattività digitale e di file sharing.
Invece di cambiare il nostro modello di business, abbiamo inavvertitamente dichiarato guerra ai consumatori, negando loro quello che volevano e che avrebbero comunque potuto trovare in altro modo.
Il risultato della guerra è stato che i consumatori hanno vinto.

Bisogna dare atto al signor Bronfman di avere un bel coraggio. È difficile che qualcuno ammetta i propri fallimenti, anche se dovuti ad una guerra condotta inavvertitamente!

2007/11/14

Atei?... Agnostici?...

Qualche giorno fa sono intervenuto in un dibattito dopo una conferenza. Al termine degli interventi, mentre uscivo, sono stato brozzato da un superstizioso (cristiano, cattolico immagino), che mi ha detto subito che gli atei non esistono, senza usare neanche la formula "secondo me" (abbastanza ovvio, dato il suo retroterra culturale).
Bontà sua, al massimo mi concedeva l'esistenza degli agnostici.

Mah, probabilmente usiamo le parole in modo diverso.
Probabilmente lui usa la parola "agnostico" nel senso stilizzato di persona che non esprime giudizi, ma proprio mai. Questa interpretazione è abbastanza buffa: un tale agnostico non potrebbe esprimersi sull'esistenza di Babbo Natale se prima non andasse al Polo Nord a verificare di persona la presenza o meno del castello di ghiaccio in cui gli elfi fabbricano i giocattoli...

A mio modesto parere, la parola agnostico designa chi è convinto che gli argomenti metafisici non vadano affrontati con gli strumenti che usiamo per giudicare il mondo fisico. Punto.

Un agnostico può poi pensare che i deliri mistici di beduini epilettici vissuti migliaia di anni fa non siano da giudicare veri o falsi, ma semplicemente ridicoli (ok, se vogliamo essere più politicamente corretti, possiamo dire che rivelano il clima sociale, le condizioni si salute precarie, la malnutrizione e la psicologia di personaggi che sicuramente sono stati sottoposti a violenze e sofferenze che al giorno d'oggi giudicheremmo inumane, ecc. ecc.).

Un tale agnostico sarà sicuramente definito "ateo" da chiunque creda che i suddetti deliri siano oro colato.
A questo punto accetto la definizione di agnostico nel senso dell'approccio al problema della mistica e di ateo come effetto di questo approccio nel giudicare le religioni attualmente disponibili sul mercato.
Siccome le religioni attualmente professate sono 1500 e rotti, da quello che ne so, direi che la parola "ateo" assume un significato quasi universale, ma non escludo che prima o poi possa venire fuori una qualche teoria sufficientemente indimostrabile, ma cosi` poco ridicola che qualcuno possa sollevare il beneficio del dubbio e quindi non definirsi ateo per quella particolare visione del mondo, pur restando agnostico perché la scienza in quel dato istante potrebbe non avere gli strumenti di analisi sufficientemente avanzati.

Ad esempio io mi reputo agnostico per quello che riguarda la teoria delle stringhe, perché questa teoria, nonostante il suo appeal, non fornisce metodi scientifici per verificarla sperimentalmente. Al tempo stesso mi reputo ateo, perchè ritengo che il dio delle tre religioni monoteiste sia semplicemente poco credibile.